Sugli Appennini fra parchi e picchi nevosi
Nel cuore degli Appennini, attraverso paesaggi solitari coronati da creste montuose, un’ardita ferrovia si addentra fra territori nascosti. Un viaggio appassionante, visto dal finestrino di un treno d’altri tempi, si snoda lungo la indimenticabile linea Sulmona Carpione. Scalando i contrafforti rocciosi della Majella, attraversando altopiani ricchi di pascoli, praterie infinite e foreste solitarie, terre battute dai venti e sferzate da bufere di neve, la linea, per questa sua speciale caratteristica, è stata soprannominata la Transiberiana d’Italia.
I suoi binari raccontano la difficoltà della realizzazione di questa linea ardita. Treni che sbuffando e arrancando, lottando contro la neve e il ghiaccio hanno fatto di questa linea un mito pioneristico. Il percorso montuoso, lungo 120 chilometri, affronta importanti dislivelli e pendenze con forti curvature, per questo fu necessario realizzare numerose opere di alta ingegneria; gallerie, viadotti e paravalanghe a protezione del treno dalla violenza delle nevicate. La realizzazione di una linea così complessa richiese molto tempo e l’intera tratta venne inaugurata il 18 settembre 1892.
E’ una linea ferroviaria tra le più alte d’Europa, una “Transiberiana” che sfida i duri inverni montani e le dolci estati che si colorano con la bellezza e il profumo del Parco Nazionale della Majella. La parte più impervia e selvaggia dell’Appennino Centrale, un luogo pervaso da una sacralità profonda, una terra antichissima ricca di testimonianze storiche e naturalistiche. Terra di lupi e di orsi che varcano i vasti pianori d’alta quota e dei canyon selvaggi e imponenti, ma anche eremi, abbazie, capanne in pietra a secco, e dei meravigliosi centri storici che ne fanno parte (www.parcomajella.it).
Si parte da Sulmona (www.visit-sulmona.it), antica capitale del regno borbonico famosa per i suoi squisiti confetti, e si comincia a salire con molta decisione occhieggiando il Monte Morrone e la Majella fra boschi di querce e pioppi; il treno affronta la sua prima galleria da dove uscendo si offre una visione aerea sulla valle del fiume Gizio, Sulmona e le montagne della Marsica che la circondano. Curva dopo curva, viadotti e gallerie il treno continua a salire di quota lungo il fianco della montagna. Arrivando in prossimità della stazione di Campo di Giove, il panorama si riempie di boschetti di querce e castagni. Da qui partono una molteplicità e varietà di itinerari per passeggiate sia invernali che estive. Ripartendo s’intraprende il tunnel della Majella, il più lungo del tracciato, dopodiché si apre alla vista la pianura dell’Altipiano di Quarto Santa Chiara, un grande pascolo che si perde a vista d’occhio. Fermata successiva: Palena. Un buon punto di partenza per ciclisti e appassionati di mountain bike che possono avventurarsi su percorsi panoramici e ardimentosi oppure passeggiare nei meravigliosi sentieri delle riserve naturali.
Lo spettacolo continua dai finestrini: in questo paesaggio da ultima frontiera, dove la solitudine regna sovrana, la solitaria stazione di Rivisondoli – Pescocostanzo sorge a nel punto più alto della linea. Una targa è posta a testimonianza che la stazione si trova 1268 metri sul livello del mare, è la seconda stazione più alta in Italia dopo il Brennero.
L’itinerario prosegue toccando Roccaraso, la più importante stazione sciistica dell’Appennino Centrale, fino a scendere sulla Piana di Castel di Sangro per poi entrare nel cuore selvaggio dell’Alto Molise toccando Carovilli e Carpinone; in questa stazione la ferrovia prosegue verso Isernia. La graziosa cittadina nel cuore del Molise, è molto incantevole e ricca di testimonianze storiche ed artistiche che vale la pena di scoprire.
Il convoglio storico realizzato con carrozze d’epoca e un locomotore diesel, effettua viaggi turistici tutto l’anno. Il treno è organizzato dall’associazione amatoriale Le Rotaie (www.lerotaie.com) insieme a Fondazione FS Italiane (www.fondazionefs.it)
foto palena_fminichetti
fonte viaggivacanze.info