Cigni marini? Che strano. Me li ricordo bene quelli del lago di Garda quando d’estate trascorrevo le vacanze dai nonni. Con la mia banda di compagni scapestrati ci divertivamo ad attirarli sulla riva lanciandogli del cibo, rincorrendoli fino a farli arrabbiare e poi svicolare per evitare le beccate. Angelici, immacolati, eleganti sull’acqua ma il loro sguardo tradisce un’anima inquieta, bisogna diffidare dell’apparenza.
Mentre passeggio giocondamente lungo la spiaggia di Caorle completamente assorta nei miei pensieri, li vedo arrivare dal mare. Poi mi guardo intorno, mi sfiora un brivido. Ho il presagio di un triste evento. La gente è ferma e silenziosa, i bambini hanno smesso di rincorrersi nell’acqua. Tutti immobili come a giocare alle belle statuine. Poi lo vedo, un uomo sdraiato a terra mentre forsennatamente un gruppo di volontari della Croce Rossa cerca di rianimarlo. Nel cielo il rumore di un elicottero in avvicinamento. Inevitabile la curiosità di sapere cosa è successo. Vedo il mio amico Mark tra la gente, anche lui una statua di sale e mi accorgo che il suo viso è segnato dalle lacrime. “E’ successo all’improvviso, Thomas si è sentito male. Abbiamo cercato di soccorrerlo al più presto…….”
“Posso aiutarti a posteggiare la macchina? Io di motori me ne intendo, le macchine sono il mio pane quotidiano”. Così ci siamo conosciuti io e Thomas, nel parcheggio della pensione intricato di auto all’inizio delle nostre vacanze. Uno dei tanti tedeschi che con le loro pelli rosacee vengono a sfidare le calde e assolate spiagge italiane.
“Che aria pesante questo pomeriggio, voglio mettere i piedi a mollo e farmi grattare dalla granella dei gusci di telline che colorano questa sabbia scura” avrà pensato Thomas respirando a pieni polmoni la brezza marina, nutrendosi di sole, mare e colori mediterranei. Va matto per la cucina italiana, è una cosa a cui non riesce più a rinunciare. Il vino da noi è abbondante ed economico, un lusso che a casa non se lo può permettere. Ieri sera mi ha invitato a cenare con il suo gruppo di amici e l’ho visto mangiare un bel piatto di spaghetti allo scoglio, con tanta passione. Forse avrà ripensato a quelle cozze non tanto fresche, che stanotte gli gorgogliavano nello stomaco mentre cominciava a salirgli un senso di nausea. E poi tutti questi ragazzini che schiamazzano sulla spiaggia cominciavano proprio a dargli fastidio.
I cigni si sono messi in formazione e stanno per sbarcare sulla spiaggia. Puntano decisi verso il corpo steso, ormai quasi esanime. Questi esseri angelici sono venuti a traghettare la sua anima in cielo. Ma c’è ancora speranza, per ora si tengono lontani.
Thomas amava questo posto: il paese è un acquarello, i colori festosi delle case con i fiori ai balconi, il mare rilucente sotto un cielo infinito gli facevano dimenticare il grigiore della sua teutonica città. Lì lavorano quasi tutti nella fabbrica di automobili. Non è una vita faticosa ma molto monotona, ogni giorno uguale a se stesso. Non sopportava più il suo capo reparto. Fino a un anno fa erano anche amici, si bevevano una birra insieme la sera prima di andare a casa. Poi la moglie lo ha lasciato e lui non riesce a farsene una ragione. Gli operai lo hanno persino iscritto a uno di quei siti per incontri ma al primo appuntamento era regolarmente scaricato.
Thomas adora sua moglie. Si sono conosciuti proprio qui, a Caorle l’estate della sua prima vacanza da giovanotto diplomato. Lei invece era con i suoi genitori come ogni anno. Gli è piaciuta subito quando l’ha vista giocare a volley sulla spiaggia. Venivano dalla stessa città e hanno continuato a frequentarsi anche d’inverno. Si sono sposati appena lei si è trovata un lavoro nella stessa fabbrica. Questo amore ha dato i suoi frutti: due gemelli dai riccioli biondi. Ormai sono grandi e tra poco andranno in vacanza da soli, ma Thomas ha detto che con sua moglie torneremo ancora qui perché questo posto ce l’hanno nel cuore, si sta bene anche da vecchi. Sono un bel gruppetto di amici a cui a volte mi unisco per fare jogging sul lungo mare. All’alba il sole sorge dietro la sagoma slanciata del campanile romanico della chiesa della Madonnina e in poco tempo tinge il cielo di rosa. I primi bar aprono le imposte, l’odore dei cornetti e del caffè si diffonde fra le stradine. Dopo colazione si decide se andare a fare una gita, magari lungo i canali che si insinuano nell’entroterra. I casoni di paglia, una volta erano il rifugio dei pescatori, ricordano il villaggio di Asterix ma ora sono divenuti luogo di attrazione turistica se non abitazioni residenziali.
I cigni ora sono vicinissimi, minacciosi.
Il dolore gli avrà preso una spalla. “Sarà l’aria condizionata che mi perseguita? Perché più fa caldo fuori e più la gente vuole rifugiarsi in un frigorifero e d’inverno lo stesso solo al contrario? “avrà pensato. “Ora mi gira anche la testa, dev’essere un attacco di cervicale. Sarà meglio chiamare Annette. Ma no, è immersa nella lettura del suo romanzo Harmony, non voglio allarmarla”.
Ancora una settimana e poi sarebbero tornati a casa. Nonostante la malinconia de rientro sono sicura che stesse bene. Era felice.
“Che mi succede? Chi è che mi spinge forte sul petto?” pensa sdraiato e stordito mentre cerca con lo sguardo sua moglie. La sente vicina e poi la vede piangere disperata. Pian piano tutto scompare, l’atmosfera si fa ovattata e percepisce un luminoso fascio di luce.
I cigni. Eccoli, le loro piume sono diventate nere e hanno portato la bara.
foto Stefania Mezzetti