Il più grande censimento spontaneo del patrimonio culturale e paesaggistico italiano
Fa piacere riscontrare che anche quest’anno, fra i Luoghi del Cuore si sono posti all’interesse del pubblico due realtà ferroviarie. Si tratta della Ferrovia del Centro Italia giunta a 27° posto con 8.500 voti e la Stazione Bayard di Portici al 54°con 5.029 voti.
La campagna indetta dal FAI per sensibilizzare i cittadini sul valore del patrimonio e sulla necessità di proteggerlo e valorizzarlo, dal 2003 a oggi ha permesso di sostenere interventi per 138 luoghi in 19 regioni d’Italia, che erano dimenticati, abbandonati o poco valorizzati, ma amati dalle loro comunità. I luoghi sconosciuti e apparentemente condannati hanno guadagnato una tale attenzione, locale e nazionale, che altri insieme al FAI – Comuni, Regioni e Ministero, aziende, fondazioni e associazioni – si sono mobilitati per salvarli, tanto che il sostegno di Intesa Sanpaolo a questo progetto ha generato investimenti per un valore dieci volte superiore. Nell’impatto di questa iniziativa, accanto al valore economico, c’è un valore culturale e sociale.
Grazie ai I Luoghi del Cuore gli italiani scoprono o riscoprono testimonianze di storia e tradizione, simboli dell’identità dei territori; si accende un sentimento collettivo che è puro spirito di cittadinanza ed è lo strumento per esercitare il proprio diritto e dovere alla tutela del patrimonio culturale, come prescrive l’articolo 9 della Costituzione.
Il moto spontaneo del censimento porta alla luce, anche nell’edizione 2022, piccoli e grandi monumenti, luoghi e storie inediti e talvolta sorprendenti: chiesette sperdute, ville e palazzi abbandonati o degradati, ma anche ferrovie e sentieri storici dimenticati, aree naturali o rurali danneggiate o minacciate, grandi architetture così come affreschi nascosti o collezioni di musei che tramandano imperdibili tradizioni locali.
La Ferrovia Storica del Centro Italia – Sulmona – Terni – Rieti
La ferrovia percorre tre regioni: l’Abruzzo, il Lazio e l’Umbria, attraversando la catena degli Appennini. Si può ben definire “la Ferrovia del Centro Italia” quel tratto che da Sulmona arriva all’Aquila poi a Rieti ed infine a Terni, percorrendo 163,6 chilometri ed inerpicandosi fino all’altezza di 989 metri a Sella di Corno al confine tra Lazio ed Abruzzo, proprio questo tratto è quello con la maggior pendenza dell’intera rete ferroviaria italiana a scartamento ordinario. Inaugurata il 28 ottobre 1883, negli ultimi centoquaranta anni è stata essenziale per gli spostamenti dei pendolari che dai paesi andavano nelle vicine città per lavoro, studio, cure e svago. Con lo sviluppo del trasporto su strada nella seconda metà del ‘900 la ferrovia ha perso la sua funzione di struttura strategica nei trasporti pur rimanendo fondamentale ancora oggi per molti pendolari. Negli ultimi anni però si va sviluppando un nuovo tipo di turismo, quello ferroviario rivolto ai borghi e paesi meno conosciuti, incoraggiato anche dai viaggi con treni storici che attirano nuovi viaggiatori. Da Sulmona si attraversa la valle Peligna fino alle strette gole di San Venanzio dove si alternano gallerie e viadotti, arrivando all’Aquila a poca distanza dalla stazione si può ammirare la famosa fontana delle novantanove cannelle. Si sale quindi sull’Appennino con tornanti che caratterizzano il percorso fino a Sella di Corno ed attraversare l’altopiano pianeggiante di Rocca di Corno ove in estate ancora si pratica l’antica usanza della transumanza delle greggi. Poi giù verso le Gole di Antrodoco, dove scorre il fiume Velino e si appoggia la via Salaria costruita dai romani più di duemila anni fa. Si attraversa poi la piana di San Vittorino ricca di acque, da quelle solfuree di Cotilia, note sin dall’epoca della Sabina preromana per le loro proprietà terapeutiche, a quelle della sorgente del Peschiera, l’acquedotto che ancora oggi fornisce l’80% dell’acqua potabile bevuta a Roma. In questa zona da vedere i resti delle Terme di Vespasiano e della Villa di Tito; arrivando a Rieti si colgono i campanili medievali che svettano sulla città, la stazione è prossima al centro, con una piacevole passeggiata si possono ammirare edifici con vestigia romane, mura medievali, conventi, palazzi rinascimentali e barocchi e giungere fino al fiume Velino ove fanno bella mostra i resti dell’antico ponte romano. Risalendo in carrozza, tre sono le tappe nella vallata dell’antico Lacus Velinus che meritano una sosta: Contigliano con la Chiesa Collegiata, Greccio ove San Francesco nella notte di Natale del 1223 ricreò l’atmosfera della nascita di Gesù in una grotta dando inizio alla tradizione del presepe, e giungendo in Umbria la Cascata delle Marmore, alta 165 metri, la più alta cascata artificiale d’Europa realizzata dal console romano Manio Curio Dentato nel 271 a.C. per bonificare la piana reatina. Da qui un percorso particolarmente panoramico, ci porta a Terni, ove insediamenti sono segnalati sin dall’età del bronzo, seguiti da quelli romani. Protagonista della rivoluzione industriale con acciaierie, fabbriche di armi, chimiche, impianti idroelettrici.
Stazione Bayard, la strada di ferro Napoli – Portici Napoli
La Napoli – Portici, poi prolungata fino a Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, è, in assoluto, la prima ferrovia italiana. L’inaugurazione del primo tratto avvenne il 3 ottobre 1839 ed il percorso inaugurale di prova fino al Granatello di Portici fu percorso in 9 minuti e 1/2. Un vero e proprio primato per il Regno delle Due Sicilie e per il suo re Ferdinando II, che volle fortemente l’opera che, nelle intenzioni originarie, avrebbe dovuto successivamente collegare la capitale con Brindisi e, con una seconda tratta, collegare Pescara e Foggia. Fu tale la curiosità dei napoletani misto ad orgoglio che nei primi due mesi di esercizio la ferrovia, nonostante avesse un solo binario, registrò un movimento di 130 mila viaggiatori. La stazione di Portici, come detto, sorgeva in prossimità della spiaggia del Granatello lì dovevi era il porto e tutt’intorno alla stazione si aprirono numerose- trattorie per soddisfare l’appetito dei gitanti provenienti da Napoli. Il 7 settembre del 1860 accadde un episodio eccezionale. Proveniente da Salerno giungeva a Napoli Giuseppe Garibaldi percorrendo l’ultimo tratto sulla ferrovia Napoli-Portici. Alla caduta dei Borbone e dopo alcuni anni di abbandono la vecchia stazione Bayard, pur restando nella proprietà delle Ferrovie dello Stato, cambiò destinazione d’uso e fu assegnata al Dopolavoro Ferroviario che nella sede napoletana volle realizzare un Teatro che chiamò Italia. La candidatura a I luoghi del Cuore nasce come ulteriore tentativo della Associazione Informazione Giovani Europa per evitare di perderne la memoria. Già oggi, se chiedete in giro, nessuno sa dirvi che quel rudere sbarrato di Corso Garibaldi, tutto tufo e vegetazione selvatica, posto tra la Circumvesuviana e la sede della 2 Municipalità del Comune di Napoli, è la Stazione Bayard. Da anni l’A.I.G.E. porta avanti un progetto di restauro firmato dal compianto architetto Aldo Loris Rossi che prevede la riemersione della vecchia stazione e l’insediamento del Museo delle Comunicazioni Viarie e un centro di informazioni turistiche. Allo stato solo una parte del vecchio edificio è stato recuperato ed utilizzato, fino a qualche giorno fa, per ospitare uffici comunali e per questo si presenta in un buono stato di conservazione. Lo stesso non si può dire del vecchio edificio destinato ai viaggiatori che è ancora in piedi ma minacciato dagli alberi che ne stanno sgretolando le mura. Resistono pilastri portanti con la rivestitura di mattoncini di cotto. Secondo il progetto la stazione dovrebbe essere collegata alla Circumvesuviana mediante una sorta d’ingresso d’onore rappresentando, di fatto, la porta d’accesso all’area archeologica di Ercolano e di Pompei. Sulla testata dei binari potrebbero essere collocate alcune locomotive e carrozze d’epoca come quelle che sono attualmente esposte al Museo Ferroviario di Pietrarsa. L’opera cambierebbe completamente tutta la prospettiva di questa importante zona di Napoli, attualmente immersa nel più profondo degrado, ricca di testimonianze storico-artistiche che hanno caratterizzato otto secoli di storia con avvenimenti che hanno avuto un eco che ha travalicato i confini del nostro paese.
https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/i-luoghi-del-cuore/classifica/
Fonte FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS