L’alta velocità su rotaie è impossibile in quanto i viaggiatori, non riuscendo a respirare, morirebbero soffocati.
Quando si dice che la realtà supera la fantasia. Questa dichiarazione di Dionysus Larder (1793-1859), rinomato professore di astronomia alla University College di Londra, si poneva in netto contrasto con ciò che invece sarebbe accaduto di lì a poco. Soprattutto gli Inglesi, che all’inizio dell’Ottocento possedevano immensi territori coloniali, avendo l’esigenza di trasportare ogni genere di materie prime, si impegnarono nello sviluppo del trasporto ferroviario per spostare merci e persone. Gli inglesi avevano il monopolio della velocità: Londra era collegata con le principali città del regno nei tempi più brevi possibili, grazie alla dura concorrenza tra le compagnie ferroviarie e così poi, in tutta Europa e nel Mondo, il treno diviene il più veloce mezzo di trasporto per eccellenza.
La fine dell’epoca delle locomotive a vapore in Europa fu decretata negli anni Settanta e Novanta del Novecento, quando la corsa verso la modernità imponeva modelli di trasporto di design, più confortevoli e a trazione elettrica, relegando le gloriose vaporiere a funzioni perlopiù di manovra. Ben presto la fiamma ossidrica fece strage dei mezzi rimasti ad arrugginire nei grandi scali ferroviari, tranne che per quelle locomotive che alcuni gruppi di appassionati e qualche museo riuscirono a salvare, in nome di un glorioso passato. Nel tempo, alcune linee secondarie ebbero la felice intuizione di ripristinare un minimo traffico di treni a vapore e, con grandi sacrifici e amore gruppi di appassionati ferrovieri ebbero la felice intuizione di destinare questi convogli ad un turismo ferroviario.
Da qualche tempo è diventato usuale vedere di domenica un bel trenino sbuffante e vaporoso correre fra le colline, sui laghi o nelle pianure del nostro bel paese. Decine di associazioni amatoriali, in collaborazione con Fondazione FS, organizzano gite turistiche in occasioni di eventi, sagre, mercati per portare comodamente festanti viaggiatori a provare l’emozione di un viaggio slow senza tempo, fra la natura e le delizie del territorio.
Una bella ed emozionante avventura a vapore è stata quella organizzata dall’Associazione Veneta Treni Storici, con un viaggio speciale sulla linea Verona – Monselice, in occasione della sagra del Prosciutto a Montagnana.
I volontari ferrovieri e pensionati dal 1998, formano un gruppo dedicato alla salvaguardia e conservazione dei rotabili ferroviari di interesse storico. Recentemente, in convenzione con Fondazione FS Italiane, partecipano con un gruppo di soci operativi alle lavorazioni di recupero estetico e manutenzione all’interno dei Depositi Locomotive di Verona e di Mestre. Oltre a questo, il gruppo è impegnato nella promozione di eventi dedicati alle scuole e alla diffusione della cultura ferroviaria legata al territorio.
Il “Treno delle Città Murate”: l’idea di questo viaggio nasce come progetto pilota per mostrare alla Regione Veneto le potenzialità degli itinerari di turismo lento e sostenibile a bordo di treni storici, a cui si può affiancare, come nel caso di questo viaggio, l’offerta di trasporto biciclette al seguito. L’area dei Colli Euganei si presta per varietà culturale e paesaggistica ed è ben collegata con Verona, Padova e Venezia.
Trainato da una meravigliosa macchina a vapore, la locomotiva 640.003, reclutata presso il Deposito di Pistoia, conta ben 115 anni; appartiene al gruppo 640, una serie di locomotive per treni viaggiatori che ebbe diffusione in tutta l’Italia centro-settentrionale. Questa locomotiva è in grado di raggiungere i 100 km/h, (senza che nessun passeggero possa morire soffocato). Il convoglio è composto da carrozze “centoporte”, molto utilizzate in passato per treni passeggeri di grande affollamento; difatti la loro particolarità è quella di avere numerose porte in ogni scompartimento, in modo tale da favorire velocemente la discesa o la salita durante la fermata.
Il treno speciale è in attesa dei viaggiatori alla stazione di Verona: i macchinisti vestiti con gli abiti da ferrovieri dell’epoca si danno da fare attorno alla grande macchina nera che sbuffa e sputa fumo nero.
Il viaggio si snoda lungo la linea Verona – Bologna, attiva fin dal 1887 è lunga 115 km: una direttrice fondamentale per la rete ferroviaria, vitale per i movimenti nord-sud. La prima fermata è alla stazione di Isola della Scala, dove salgono altri entusiasti passeggeri.
Il treno si dirige poi verso Rovigo, fermandosi a Legnago e poi passando sulla linea Mantova – Monselice dove si fermerà per la visita alle città Murate di Montagnana ed Este, meta finale del viaggio.
All’arrivo nella stazione di Montagnana, una folla di curiosi che si trovano in città per la Festa del Prosciutto Dolce, si godono da vicino la bellissima composizione ferroviaria, certamente una inaspettata occasione che non capita tutti i giorni. Le persone si accalcano numerose fra i binari per poter fotografare da vicino la macchina fumante, quasi un assalto. Chi vuole può fare una tappa in città per una visita e un assaggio del pregiato prosciutto: le mura intatte che cingono il borgo sono uno spettacolo fra i più rari in tutta Europa. Lugo le vie e sotto i portici che conducono alla grande piazza, si affollano le bancarelle di antiquariato e il tendone che invita all’assaggio delle prelibatezze culinarie, è un viavai di gente che non vuole perdere l’occasione di mangiare qualcosa di speciale.
Il treno, giunto ad Este si ferma in stazione per effettuare la manovra di spostamento della locomotiva: non essendo disponibile una piattaforma girevole, verrà messa con il muso rivolto verso le carrozze al traino del convoglio. In attesa della ripartenza, c’è tutto i temo per una visita alla piacevolissima Este, che si ricorda come luogo di origine della potente famiglia che vi si insediò fin dal Mille e vi regnò per più di duecento anni. Una cinta muraria merlata e intervallata da torri e torrette, si inerpica attorno a una collina ove in cima sorge il mastio. All’interno un meraviglioso giardino ricco di fiori, statue e fontane, una vera oasi di piacevole tranquillità. Este è una bella cittadina che le nobili famiglie veneziane del 600 e 700 resero ameno luogo di residenza; bella la grande piazza su cui si affaccia il palazzo del Municipio. In direzione della stazione, percorrendo la via porticata si passa davanti alla basilica di Santa Maria delle Grazie, riconoscibile dalla spoglia facciata in laterizi. Sorta su un santuario del Quattrocento, conserva nell’abside l’icona bizantina della Madonna a cui si attribuisce una fama miracolosa.
Ormai è giunta l’ora di andare in stazione, dove la fumante locomotiva si appresta al viaggio di ritorno, dopo averci regalato una inimmaginabile giornata piena di emozioni.
Foto Stefania Mezzeti