La Riviera del Brenta in autunno è una scelta perfetta per una gita a bordo della motonave Il Burchiello, per cogliere la bellezza naturale e il fascino storico delle ville venete che sorgono lungo il corso d’acqua. Il percorso è diventato una gita culturale e panoramica molto apprezzata, che permette di rivivere l’atmosfera settecentesca di un viaggio aristocratico tra la natura e l’arte della Riviera
Non solo gondole
Il Burchiello è una tipica imbarcazione veneziana storica, usata originariamente per trasportare passeggeri e merci lungo il fiume Brenta, collegando Venezia e Padova. Fin dal XVII secolo, il Burchiello ha svolto un ruolo importante come mezzo di trasporto di lusso per la nobiltà veneziana, permettendo ai patrizi di raggiungere le loro ville lungo la Riviera del Brenta.
In origine era un’imbarcazione lunga e stretta, costruita principalmente in legno, pensata per ospitare passeggeri in modo confortevole. La barca era decorata con intarsi e dipinti di grande eleganza, spesso riccamente ornata in linea con lo stile barocco o neoclassico del tempo. Aveva una cabina coperta, il Salone nobile, e ampi finestrini attraverso i quali i passeggeri potevano godere del paesaggio circostante. Era utilizzata per trasportare i nobili veneziani, che durante la stagione calda si spostavano verso le loro residenze estive lungo la Riviera del Brenta, divenendo sinonimo di viaggio di lusso tra Venezia e Padova.
Il tragitto storico del Burchiello partiva da Venezia, attraversava la laguna fino a Fusina e poi risaliva il Brenta, passando per le cittadine di Mira, Dolo e Stra, per terminare infine a Padova. Il viaggio durava un’intera giornata e prevedeva diverse fermate lungo il percorso, che permettevano ai viaggiatori di visitare le splendide ville lungo la Riviera.
Oggi, le motonavi moderne dotate di tutti i comfort, lo hanno ripristinato come attrazione turistica; il nome Il Burchiello è utilizzato per indicare la gita che ripercorre l’antico tragitto da Venezia a Padova o viceversa, conservando oltre al nome lo spirito dell’antica imbarcazione.
Il percorso è diventato una gita culturale e panoramica molto apprezzata, che permette di rivivere l’atmosfera settecentesca di un viaggio aristocratico tra la natura e l’arte della Riviera del Brenta.
Il viaggio
L’aria era frizzante, il cielo velato di una luce dorata e l’autunno avvolgeva ogni cosa in una tavolozza di colori caldi e profondi. A Venezia, il molo vibrava di una pacata attesa; piccoli gruppi di viaggiatori chiacchieravano tra loro, entusiasti di partire per una gita sulla Riviera del Brenta. Di prima mattina, la barca salpò, spingendosi lentamente nella laguna veneziana: acque basse, barene che si tingevano di ocra e vermiglio, riflessi d’arancio tra i canneti. La laguna appariva come un acquerello vivo, un preludio delicato alla meraviglia che li attendeva.
Navigando verso le ville
Mentre l’imbarcazione avanza lungo le sponde, le sfumature dell’autunno si intensificavano. Querce, aceri e platani si accendevano in toni di rosso acceso, arancio e giallo, riflettendosi nelle acque del fiume: Il viaggio divenne presto una danza tranquilla tra natura e architettura. Il fiume Brenta si apriva davanti agli occhi dei viaggiatori come un viale d’acqua, in cui il paesaggio assumeva i toni caldi dell’autunno. Ogni curva del fiume svelava nuove prospettive e un’aspettativa crescente: le chiuse e i ponti girevoli si alternavano alle ville dall’eleganza aristocratica, nascoste tra alberi centenari, giardini curati e misteriose statue di pietra. Ciascuna villa custodiva storie, segreti e intrighi della nobiltà veneziana che, tra il XVI e il XVIII secolo, aveva trovato in queste dimore il suo paradiso estivo.
Villa Foscari, “La Malcontenta”
La prima grande villa comparve tra gli alberi come un’apparizione: Villa Foscari, nota come “La Malcontenta”. La leggenda racconta che questa splendida residenza, costruita dal genio di Andrea Palladio, prese il suo soprannome per via di una dama della famiglia Foscari, confinata qui per aver trasgredito le rigide norme morali dell’epoca. La facciata, imponente e lineare, si stagliava con il suo porticato classico, ornata di bassorilievi e decorazioni palladiane. Gli ospiti s’incantavano osservando le sale interne, rivestite di affreschi che narravano storie di mitologia greca e romana, immerse in un’atmosfera sospesa, quasi malinconica. Le finestre offrivano scorci del fiume e del giardino, il cui fogliame autunnale si rifletteva sulle acque con sfumature dorate e bronzee.
Villa Widmann e il suo giardino romantico
Proseguendo lungo il fiume, tra salici e platani, apparve un’altra meraviglia del Settecento: Villa Widmann. Questa villa, immersa in un parco romantico, emanava un fascino elegante e leggero, come fosse la cornice di una festa senza tempo. L’esterno appariva finemente decorato, ma erano gli interni a rapire gli sguardi. Le sale erano adornate da sontuosi stucchi e affreschi, rappresentazioni della vita mondana e leggera dell’aristocrazia dell’epoca. In autunno, le piante secolari e il giardino creavano un contrasto meraviglioso: colori caldi fuori, sfarzo ed eleganza dentro. Una passeggiata lungo i vialetti del parco era come perdersi in un sogno, con il dolce rumore delle foglie secche sotto i piedi e i raggi del sole che filtravano attraverso gli alberi.
Villa Pisani a Stra, la regina delle ville venete
Ma la regina della Riviera del Brenta si trovava poco più avanti, a Stra: Villa Pisani, maestosa e sontuosa, progettata per celebrare la grandezza di una delle famiglie più potenti del tempo. Questa villa non era una semplice residenza, ma un piccolo palazzo reale, che accoglieva innumerevoli visitatori e persino Napoleone Bonaparte. Il giardino, di una bellezza quasi surreale, si distendeva in un percorso di siepi geometriche e alberi monumentali che in autunno si tingeva di rosso e di giallo, offrendo un caleidoscopio di colori. La vista del labirinto di siepi, punto culminante dei giardini, incantava i viaggiatori, i quali potevano perdersi nei suoi percorsi e vivere l’atmosfera di gioco e mistero.
I borghi di Dolo e Mira
Dopo aver visitato queste ville imponenti, la navigazione li portò ai piccoli borghi di Dolo e Mira, piccoli gioielli sospesi nel tempo. A Dolo, i mulini storici e i canali davano un tocco pittoresco, con le case affacciate sull’acqua e i ponti antichi che raccontavano storie di commerci e di vita quotidiana. A Mira, l’atmosfera era ancora più intima, con antichi palazzi e scorci affascinanti, dove il fiume pareva volersi fermare per contemplare il paesaggio.
La conclusione a Padova, città storica
La navigazione terminò a Padova, dove il gruppo di viaggiatori trovò ancora nuove bellezze da scoprire. Le strade acciottolate del centro storico, le piazze maestose come il Prato della Valle e l’antica Basilica di Sant’Antonio chiudevano il viaggio tra arte e spiritualità. Il Prato della Valle, con le sue statue disposte lungo i canali, sembrava un palcoscenico per le ultime luci del giorno, mentre l’Orto Botanico, uno dei più antichi giardini scientifici d’Europa, era in pieno splendore autunnale.
La giornata finiva, ma restava nei cuori dei viaggiatori il ricordo di un viaggio unico: un pellegrinaggio tra storia, natura e bellezza, in una stagione in cui tutto si colorava di magia e nostalgia. L’autunno sulla Riviera del Brenta è un’esperienza che sembra sospesa nel tempo, un ritorno alla grandiosità di un passato che, lungo quelle rive, non aveva mai smesso di vivere.
Foto Stefania Mezzetti