La frase “In Art We Trust” è una citazione ispirata a “In God We Trust”, il motto degli Stati Uniti, e riflette un’affermazione di fede nell’arte. Il significato è un’espressione di fiducia profonda nel potere e nel valore dell’arte, quasi come fosse una forza spirituale o una guida morale. Questa frase può anche essere utilizzata per evocare la fiducia nell’autenticità e nel potenziale dell’espressione artistica, sia essa musica, pittura, scrittura o qualsiasi altra forma d’arte

La seconda edizione del New Generation, il festival di arti visive contenitore di mostre d’arte ed incontri con esperti del settore ospitati nelle sedi del Castello di Desenzano del Garda, a Palazzo Todeschini e presso la Galleria Civica “Gian Battista Bosio, apre con una mostra intitolata In Art We Trust (9 novembre 2024 – 12 gennaio 2025).

Concept scelto “In Art we Trust”, secondo il curatore Matteo Vanzan, “non è solo un titolo, ma un vero e proprio manifesto d’intenti, un grido di fiducia e di passione verso un’arte che spesso rimane sommersa sotto il peso di nomi consolidati e istituzionali. “In Art we Trust” vuol dunque essere momento di confronto volto ad incoraggiare il pubblico a guardare oltre l’apparenza, a esplorare territori artistici non ancora mappati e a lasciarsi coinvolgere dalle sperimentazioni più audaci attraverso nelle quali non si vuole imporre una visione, ma aprire uno spazio di riflessione condivisa, dove l’arte diventa strumento di conoscenza e di crescita personale”.

Come nella scorsa edizione il concept del Festival sarà titolo anche della mostra collettiva ospitata presso il Castello, con chiusura domenica 12 gennaio 2025, che vedrà l’esposizione di 29 artisti contemporanei: Alessandra Aita, Arcobaleno24, Claudia Aschieri, Tiziano Bellomi, Francesca Bonollo, Beppe Borella, Manuel Bravi, Clay 021, Cristina Crestani, Giorgio Dalla Costa, Antonio Delluzio, Pamela Grigiante, Jonathan Guaitamacchi, KayOne, Le Nevralgie Costanti, Gianni Mantovani, Valerio Melchiotti, Daniele Nalin, Elena Ketra, Elena Prosdocimo, Alessandra Rovelli, Marta Sesana, Seok, Beatrice Sheridan, Slog 175, Maurizio Taioli, Meri Tancredi, Anna Turina, Zor.

La mostra vuol celebrare la sperimentazione artistica come atto fondamentale e necessario svolta attraverso un percorso espositivo che si snoda attorno al concetto di fiducia, iconologia, ricerca in stretto rapporto con il potere dell’espressione individuale. L’inno alla sperimentazione diventa qui il filo conduttore, un elemento imprescindibile, sia esso svolto in pittura, scultura, fotografia o installazione, che permette all’arte di rinnovarsi, di sfidare i confini del conosciuto e del convenzionale portandoci verso nuove soluzioni stilistiche che strizzano l’occhio anche alle nuove tecnologie.

Ricco il calendario di incontri e conferenze ospitate presso Palazzo Todeschini di piazza Malvezzi: si inizierà sabato 9 novembre alle ore 15.30 con l’artista vicentino Giorgio Dalla Costa nel suo incontro “La nascita di un’opera d’arte” e delle ore 17.30 con la Proff.ssa Katia Brugnolo, docente di Arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Verona che presenterà “Vincent Van Gogh. Dipingo il mio sogno”. Domenica 10 novembre alle ore 15.30 Matteo Vanzan, curatore e storico dell’arte presenterà la conferenza “Arte di rottura” mentre, alle ore 17.30, l’artista milanese Alessandra Rovelli sarà protagonista dell’incontro “Dialogo tra artista e curatore”. Sabato 16 novembre ilProf. Alessandro Genovesi, docente di Funding per l’Arte e la Cultura e di Finanza Strategica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, alle ore 15.30 presenterà “Arte e tecnologia: nuove forme di sostenibilità per le imprese” mentre, domenica 17 novembre a conclusione del ciclo di incontri, Palazzo Todeschini ospiterà alle ore 15.30 Piero Malagoli, autore del libro del libro “Nel rimorso che proveremo” e, alle ore 17.30, la Dott.ssa Lucia Spolverini, critica d’arte e curatrice del Museo Le Carceri di Asiago, parlerà di organizzazione e dinamiche museali nell’incontro “L’attività ricettiva dell’esposizione museale: finalità di educazione e studio. Metodi pedagogici di didattica museale”.

A concludere il programma del Festival sarà la mostra retrospettiva, ospitata presso la Galleria Civica “Gian Battista Bosio”, “Giuseppe Sciolli: opere inedite”, curata da Matteo Vanzan, che presenterà pre la prima volta in Italia, a cinquant’anni dalla scomparsa, le opere pittoriche dell’artista monregalese, nominato da Gio Ponti responsabile della produzione di ceramica artistica della Richard-Ginori di Mondovì (Cn) dal 1927. Giuseppe Sciolli è considerato uno dei fondamentali protagonisti dello sviluppo del gusto Déco su scala internazionale. Dalle storiche esposizioni alle Biennali di Monza, alle pubblicazioni su Domus e fino alle esposizioni alla Triennale di Milano, questa esposizione si propone di ricostruire la vicenda pittorica di una figura centrale di un gusto moderno che si andò affermando negli anni Venti e Trenta del Novecento. Dopo il suo trasferimento a Milano, Giuseppe Sciolli si dedicò ad un’assidua ricerca pittorica che lo condusse ai confini della figurazione in un intreccio sinergico tra mimesis e astrattismo approdando ad una personalissima ricerca che trova nell’espressionismo tedesco il suo massimo punto di tangenza.

Tutte le informazioni sul Festival sono disponibili sul sito www.mvarte.it

Foto Stefania Mezzetti

Di Stefania Mezzetti

Sono una giornalista viaggiatrice curiosa e instancabile, ho realizzato reportage e servizi da tutto il mondo a bordo dei treni più famosi e panoramici, su territori a volta inaccessibili ma sempre a caccia di emozioni. Il mio desiderio è portarvi con me viaggiando lungo le rotaie del mondo, per scoprire e conoscere mete affascinanti a volte inaspettate. Collaboro con vari magazine on line specializzati in viaggi e turismo, di grande diffusione mediatica.

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